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286. Avanti sempre e mai paura

13 ottobre 2013

Agata non lo sa, che ha paura, cantava l’autoradio mentre la macchina costeggiava laghi mai visti e ci portava sempre più in fondo dentro la spaccatura di una valle piena di rocce e di acqua e di una bellezza strana e polimorfa, che metteva insieme tante cose e le raccoglieva nei suoi ruderi di castelli antichi, nella trasparenza cristallina di uno specchio d’acqua placido e severo, perfetto e asciutto nel suo dondolare quieto in mezzo alla montagna.
Agata non lo sa, che ha paura, e non lo sappiamo neanche noi, mentre suoniamo e parliamo e improvvisiamo dentro un Museo della Resistenza che ci accoglie a braccia spalancate mentre fuori piove, e ci regala un’ora assurda e calda, come sempre e come mai prima, mentre ci addentriamo a tentoni su una strada che non conosciamo, e che pure è l’unica strada che bisogna percorrere oggi, senza esitare e senza nemmeno provare a pensare di tornare indietro. Che c’è una sola strada, qui, oggi, su cui si può andare. Avanti sempre, Agata. Avanti sempre, e mai paura.

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